La nuova Z750 R, presentata a Milano, è un bel passo avanti rispetto alla versione base, quanto meno per gli allestimenti e la maggior cura delle finiture.
Esce di serie con pinze radiali Tokico a quattro pistoncini all'anteriore, forcella e mono regolabili, forcellone in alluminio.
Lo scarico è sempre quello bruttissimo della versione normale.
Nella moto che sto utilizzando ora ho sostituito l'olio della forcella con quello Ohlins a gradazione più densa, in attesa che arrivino le molle sempre Ohlins, con un coefficiente di elasticità più elevato.
Lo scarico originale è stato sostituito con un HP Corse in acciaio idroformato, molto bello a vedersi e sicuramente molto leggero rispetto al "tubo di stufa" originale.
Ho sostituito anche il filtro aria con uno più libero della BMC.
Le pedane di serie sono molto belle, in nero brunito, finite con cura, mentre quelle del passeggero, bruttissime e plasticose, anche se in acciaio stampato, sono state tolte, così la staffa di fissaggio del terminale di scarico è ora una bella Rizoma in lega leggera CNC.
Rizoma anche il tappo di carico olio, in lega leggera, con fissaggio di sicurezza.
Il porta-targa è della Biondi, molto bello e leggero, in luogo di quello di serie, che è osceno ed appesantisce la linea della moto.
Il prossimo step evolutivo riguarda il montaggio del modulo Power Commander V con quick shifter e conta-marce digitale.
Ho provato la moto lungo un anello di ca. 150 Km che si snoda tra Fidenza-Medesano-Fornovo-Borgotaro-Bedonia-Bardi-Bore-Pellegrino-Salsomaggiore e ritorno a Fidenza.
Fino a Bedonia la strada è scorrevole, ma dopo si sale ed il tracciato diventa molto tortuoso, anche sconnesso, con lunghi susseguirsi di tornanti, curve e contro-curve: le medie non sono certo alte ma si può ben torchiare la ciclistica e saggiare la prontezza del motore nelle accelerazioni tra curva e curva.
Ho indurito sia la forcella che il mono ma, mentre la prima reagisce più che dignitosamente alle regolazioni, il mono non fa nulla.
O quanto meno non risponde come dovrebbe, perchè se il registo è troppo aperto pompa in ogni circostanza e si perde in precisione di guida nell'inserimento in curva, mentre quando lo si chiude si frena troppo e la moto comincia a rimbalzare di dietro in staccata, con un effetto di guida sicuramente non appagante.
Ovviamente spingendo un pò e sui tratti molto tortuosi, perché sullo scorrevole questi effetti si notano meno. Il motore invece è una piacevole sorpresa, gira rotondo e ha già un buon tiro anche dai 5 - 6000 giri, tant'è che non si avvertono più di tanto quei buchi che di solito caratterizzano questi quattro cilindri di cubatura media.
Con la PCV l'erogazione dovrebbe migliorare ancora a tutto favore della piacevolezza di guida. Manca anche un ammortizzatore di sterzo che, se presente, dovrebbe migliorare parecchio la precisione di guida.
La protezione aerodinamica, trattandosi di una naked estrema, è assente, ma si può migliorare il confort di guida montando un'unghia un pò più alta, e in commercio ce ne sono parecchie.
La sostituzione del mono con un'unità regolabile più performante, pensavo ad un Wilbers o ad un Gubellini, senza andare sui più famosi Bitubo o Ohlins, dovrebbe facilitare la guida un pò più cattiva, con anche un pensiero alla pista perchè i ca. 106 - 107 CV dovrebbero permettere un certo divertimento in tracciati piccoli come Varano o Franciacorta.
In sintesi questa R potrebbe essere anche una buona base per preparare una moto da far correre nella Roadster Cup e, anzi, sarebbe piuttosto interessante come progetto sportivo.
Quando avrò montato la PCV posterò la nuova prova per vedere come è migliorata la moto.
RD
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