Riguardando le classifiche finali dell’ultima gara del CIV corsa al Mugello ormai due settimane fa mi vengono in mente alcune considerazioni in merito ai tempi sul giro effettuati dai primi piloti di quelle che secondo me sono le due categorie principali, ovvero la STK1000, vera e propria “palestra” per giovani e promettenti piloti, e la SBK che non ha invece bisogno di alcuna presentazione in quanto “ricca” di piloti già affermati e di assoluto livello anche fuori dai nostri confini.La STK1000 – 26 piloti in griglia – ha preso il via alle 12:34 con una temperatura dell’asfalto bassissima, di soli 9°C; il miglior tempo sul giro è stato ottenuto da Lorenzo Savadori su Ducati del Team Barni che alla seconda tornata ha fermato il crono sul tempo 1’53”055, mentre il vincitore Danilo Petrucci, sempre su Ducati Barni, ha coperto i dodici giri della gara in 22’51”193 alla media di 165,246 Kmh, con miglior tempo sul giro alla settima tornata in 1’53”199.La SBK – 25 piloti al via – è partita alle 14:03 con una ben più alta temperatura dell’asfalto (16°C), ed il miglior tempo sul giro è stato ottenuto da Federico Sandi su Ducati Althea gommata Michelin al quarto passaggio con il crono di 1’52”829, Sandi che poi è giunto secondo al traguardo preceduto da Alex Polita su Ducati Barni che ha chiuso i quattordici passaggi in 26’46”716 alla media di 165,040 Kmh, con miglior prestazione personale al quarto passaggio in 1’53”376, quarto miglior tempo assoluto. I primi cinque al traguardo nella SBK, tutti su Ducati, hanno girato in tempi tutti sotto al minuto e cinquantaquattro secondi, mentre Mauri, sesto su Aprilia e primo delle quattro cilindri, è arrivato a oltre 15” dal vincitore, con un miglior personale di 1’54”379, ovvero un secondo e mezzo più lento del miglior giro di Sandi. Ma c’è da dire che nella Stock i primi due hanno fatto il vuoto lasciando le quattro cilindri giapponesi a contendersi il gradino basso del podio – terzo ala fine un ottimo Mercado con la Kawasaki Pedecini - mentre nella SBK c’è stata lotta tra i primi tre fino alla fine, e questo ha sicuramente influito sui tempi sul giro, ma è comunque un dato di fatto che sia Petrucci che Savadori, con quei tempi e con quel passo gara, avrebbero potuto sicuramente inserirsi tra i primi cinque della categoria maggiore, senza contare che nella “classe regina” v’è maggior prestazionalità per quanto attiene la gommatura, che è libera e di tipo slick.
E’ quindi un elemento che fa pensare l’enorme crescita delle macchine della categoria Stock1000 lungo tutto l’arco del campionato, soprattutto per quanto riguarda le Ducati 1198R che, se ben preparate e ben guidate, si avvicinano molto nelle prestazioni alle ben più prestazionali e libere da vincoli tecnici Superbike, e questo dovrebbe far riflettere su di una possibile rivisitazione dei regolamenti tecnici, in modo da tentare per quanto possibile di allargare la “forbice” prestazionale esistente tra le due categorie di cui quella “minore” dovrebbe essere propedeutica, ma non un rimpiazzo, per quella superiore, che deve rimanere la vera aspirazione per qualsiasi pilota di belle speranze.
RD
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