Tutti gli sport motoristici costano tanto, è vero, ma sono anche animati da tantissima passione, e a certi livelli muovono ancora un buon giro di denaro, perciò devono essere curati a partire dalla base.
Però c'è un però. Categorie come la Moto2 e la SBK nel panorama nazionale non hanno più senso, ed infatti la seconda sarà soppressa ed inglobata nella STK1000, che attualmente conta griglie di 20 - 22 partenti. Non è chiara però la formula che si vorrà adottare a livello di preparazione - è auspicabile però il mantenimento della motorizzazione di serie con una preparazione non trascendentale e con un uso non così invasivo dell'elettronica, un pò come accade nel BSB - e soprattutto se vi sarà ancora il regime di monogomma, oppure se la gommatura sarà libera come per l'attuale Superbike.
Ma è chiaro che partenze con dodici - tredici piloti in griglia non fanno nè bene allo sport, nè allo spettacolo: quindi l'accorpamento delle due classi appare più che giustificato.
Diverso il discorso della Moto2, che almeno da noi non sembra riscuotere nessun interesse: al Mugello erano solo in tre ma con il solo Andreozzi capace di sostenere il ritmo delle migliori SS600, ed addirittura in grado di vincere l'assoluta della domenica. Non me ne voglia il pur bravissimo Alessandro, ma che senso ha vincere nel CIV per poi fare ultimo nel Mondiale? Non è forse meglio allestire una buona e competitiva SS600 e farsi luce in questa pur performantissima classe? La 125GP / Moto3 sconta invece un anno di empasse, nell'attesa che tutti i Team si dirottino sulle nuove 250 quattro tempi, che però stanno crescendo moltissimo e garantiscono già il trampolino di accesso al Mondiale GP. Gode invece di ottima salute la STK600, con trenta partenti al via, e con gare combattutissime dal primo all'ultimo giro, e con giovani piloti già altamente professionali: è su queste basi che la Federazione deve lavorare per il futuro e per ricostruire un Campionato nazionale che possa davvero lanciare nuovi talenti in tutte le classi del motociclismo moderno.
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