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martedì 27 settembre 2011

Dopo Imola: considerazioni e riflessioni.

La gara romagnola, che si è svolta in una bella giornata assolata e con una bella cornice di pubblico, mi impone diverse considerazioni sull'andamento della stagione attuale e su quella che verrà.
Honda.
Evidentemente a Tokio sanno ancora fare moto di "serie" belle e veloci se come sembra la nuova CBR 1000RR sarà molto più evoluta di quella attuale sotto il profilo della gestione elettronica. Ad ogni modo gli aggiornamenti arrivati dal Giappone hanno subito incrementato notevolmente le prestazioni della vecchietta che ha marcato gara 1 con un grande Jonny Rea, mentre solo un guasto banale l'ha tolta di mezzo in gara 2, altrimenti sarebbe stata doppietta.
C'è da giurarsi che per la prossima stagione le Honda di Ten Kate - superconfermato Rea mentre si è alla ricerca di una seconda guida che molto probabilmnete sarà Aoyama - saranno tra le protagoniste assolute.
Melandri.
Marchino non è apparso assolutamente in palla sul Santerno, vuoi perchè conosce poco la pista dove aveva corso per l'ultima volta nel 1999 e per giunta in 125, vuoi perchè tormentato dal futuro che verrà.
A fine gara ha dichiarato che la sua R1 a serbatoio pieno era inguidabile e vibrava molto, ma Macho è sembrato veramente fuori fase, e soprattutto ha preso paga dal compagno di squadra.
E questo non è bene per un pilota che lotta per il campionato e che è in cerca di conferme sulle sue prestazioni.
Ad ogni modo voci ormai certe lo danno per sicuro alla BMW insieme ad Haslam, e si parla già di un lauto ingaggio assolutamente superiore a quello attuale.
Aprilia e Haga.
Ha voglia a dire l'ing. Dall'Igna che sulla moto del Team Pata non sono stati montati aggiornamenti e parti factory, perchè forse quella che ha corso nelle mani del giapponese era proprio la moto di Biaggi dipinta di bianco.
E se ne sono accorti tutti, perchè l'incremento di prestazioni è stato devastante, a  meno di non credere che Haga abbia fatto flanella sino ad oggi, e poi abbia dato tutto domenica scorsa.
Nori, sempre amatissimo dai tifosi, ha guidato benissimo, ma ha anche dimostrato che se gli si da in mano una moto competitiva bene o male lui là davanti ci sa ancora stare.
Ducati.
La 1198R va ancora fortissimo, e questa non è una novità.
Tant'è che la nuova 1199 Panigale che sta provando in questi giorni Bayliss al Mugello sarà per la prossima stagione omologata solo in configurazione Stock.
La 1198, che pur vanta meno cavalleria rispetto alle quattro cilindri, a Imola è apparsa impeccabile nei cambi di direzione imposti dalle varianti, veramente precisa come la lama di un rasoio.
Domenica scorsa nel box del Team Althea c'era l'ing. Preziosi con tutta la sua equipe, perciò è difficile pensare che sulla moto di Checa non ci sia minimamente lo zampino del Reparto Corse interno.
C'è però da dire che lo spagnolo ha ampiamente ripagato Borgo Panigale con le sue prestazioni, riportando un pò di colore nel grigio della MotoGP.
BMW.
Il Team interno continua a stupirmi ma in negativo.
Pur disponendo di ingenti capitali, di un ottimo pilota come Haslam - Corser è già in pensione - e di un'ottimo pacchetto elettronica - ciclistica - motore i tedeschi sembrano veramente faticare oltremodo a far rendere come si deve la S1000RR.
A Imola un podio poteva essere alla portata di mano ma Leon è caduto in gara 1 a causa di un problema al cambio, mentre in gara 2 il deteriorarsi delle gomme  a causa dell'elevata temperatura dell'asfalto l'ha relegato in quinta posizione.
Sul fronte BMW Italia Badovini ha sicuramente lottato ma è calato fisicamente in gara 2: si ha l'impressione però che manchi veramente poco per l'acuto e forse il Team interno, Melandri a parte, dovrebbe farci un pensierino.
Giovane Italia.
Mi riferisco a Sandi e Baiocco in SBK, e a Petrucci e Giugliano in Stock1000, tutti giovani, veloci, professionali e tutti su Ducati, in parti uguali tra Althea e Barni.
Senza però dimenticare il pirata Alex Polita che, pur se giovane, è già altamente esperto e navigato.
Federico Sandi è andato a punti in tutte e due le gare, mentre Polita era ottimo nono in gara 2 ma si è dovuto ritirare per una rottura dopo un bel duello con Melandri.
I due ragazzacci della Stock invece vanno fortissimo, guidano benissimo e sembrano già pronti per la categoria superiore.
Potrebbero essere il futuro più prossimo del nostro motociclismo sportivo.
Imola.
Un tracciato così pieno di storia meriterebbe qualcosa di più in termini di infrastrutture e di organizzazione.
A parte i box, rifatti già da qualche anno ma comunque nemmeno lontanamente comparabili con quelli del Mugello, tutto il resto non va.
Le tribune sono fatiscenti e cadono a pezzi, servizi igenici distrutti, pochi parcheggi e mal gestiti, personale sgarbato e poco informato, un paddok vecchio stile stretto e lungo, il tunnel sotto-pista stretto, angusto e pericoloso, pochi accessi al percorso...
Si dovrebbe intervenire con lavori anche drastici, magari anche riducendo la capienza, ma tali da rendere la pista più confortevole per il pubblico pagante.





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