Non voglio parlare di Marco Simoncelli, tanto s'è già detto e tanto si dirà ancora, ma solo della corsa, o meglio dell'epilogo della classe 800 nella premier class del Motomondiale, una cilindrata che sicuramente non mancherà a nessuno dato che con essa è iniziato il declino della MotoGP, soffocata da una elettronica troppo sofisticata e da costi esorbitanti.
La gara di oggi è vissuta su tre momenti.
Il primo subito dopo il via, quando Alvaro Bautista, forse inebriato dalla sua tinta per capelli, a gomme fredde ha pizzicato con violenza il freno anteriore della propria Suzuki che così si è stesa portando con sè le due Ducati ufficiali e la Ducati Pramac di DePuniet, che partiva quarto sulla griglia con ottime aspettative per la gara.
Il secondo momento ha visto il confronto tra Pedrosa e Dovizioso nella prima parte della gara, poi vinto alla distanza dal forlivese e con Spies che intanto si riavvicinava ai due in lotta per il secondo posto.
Il terzo momento è vissuto sul confronto tra Spies e Stoner: l'americano, dopo avere superato Dovizioso, si è fatto sotto e, complice il peggioramento atmosferico, ha superato l'australiano che, però, è rimasto a ruota e l'ha beffato sul traguardo superandolo di motore in pieno rettilineo, proprio sotto alla bandiera a scacchi, a confermare ancora una volta la superiorità tecnica della Honda in questo ultimo campionato delle 800cc.
Alla fine sono arrivati solo in dodici; Dovizioso con il terzo posto di oggi ha confermato in pieno il meritatissimo terzo posto in campionato dietro a "mostri sacri" come Stoner e Lorenzo ma davanti al "coccolatissimo" Pedrosa e confermandosi così uno dei piloti più consistenti, segno che forse la più grande Casa del mondo poteva fare qualcosa di più per trattenerlo tra le sue file.
Capirossi, all'ultima sua gara della carriera, è giunto nono: gara del tutto incolore la sua, ma bellissima la sua tuta commemorativa.
Da domani si cambia pagina: inizia - o meglio riinizia - l'era delle 1000cc e, soprattutto, delle CRT.
RD
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