In una seconda manche priva di
Marco Melandri, trattenuto in ospedale per i dovuti accertamenti, succede
quello che più non ti aspetti: Tom Sykes, dominatore di Gara1, rompe il motore
al terzo giro mentre era in lotta con Laverty, Davies, Biaggi e Rea, avvicinando
di fatto all’Iride il romano, ora vicinissimo al suo secondo Titolo delle
derivate di serie, anche se la matematica non condanna ancora nè l’inglese
della Kawasaki, nè addirittura Melandri.
Dopo il ritiro di Sykes, Laverty rafforza
la sua posizione davanti a Davies, Biaggi e Rea, con il gallese che però
abbandona la compagnia al quinto giro a causa di una scivolata piuttosto
banale.
All’ottavo giro, mentre l’irlandese
dell’Aprilia ha già confezionato un buon vantaggio sugli inseguitori, Rea si fa
sotto e supera Biaggi, che ora deve anche guardarsi da Camier e Guintoli,
entrambi molto veloci ed in rimonta.
Ma le posizioni sono
cristallizzate fino alla fine, anche se Rea è autore di una grandissima rimonta
che lo porta a tagliare il traguardo distaccato di soli 168 millesimi dal
vincitore Laverty, mentre Biaggi agguanta una ottima terza piazza davanti a
Guintoli, dopo che si era dovuto difendere da un deciso attacco di Camier, poi
ritiratosi per un problema tecnico nel corso dell’ultimo giro.
Quinto Carlos Checa, autore di
una Gara2 incolore, davanti a Badovini, Baz, Fabrizio, McCormick e ad un grande
Lanzi al suo rientro in Superbike con la Ducati del Team Liberty.
A due gare dal termine Biaggi può
ora vantare 30,5 punti di vantaggio su Sykes e 38,5 punti su Melandri, in
quello che sarà sicuramente ricordato come uno dei Campionati più combattuti, e
piovosi, degli ultimi anni.
RD
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