Otello Buscherini nasce a Forlì
il 19 gennaio 1949 e perciò, se non fosse mancato così tragicamente nel maggio
del ’76 al Mugello nel corso del GP delle Nazioni, avrebbe da poco compiuto
sessantaquattro anni. Coevo di Bianchi e di Lega, altri due romagnoli “terribili”,
dopo la consueta gavetta nelle categorie junior Otello esordisce nel Mondiale
nel 1970 ma è dal 1972 in poi che la sua presenza nel Circus è assidua e
costante, soprattutto nelle piccole cilindrate a lui molto care; nel 1972,
complici due bei terzi posti ad Abbazia ed in Germania Est, Buscherini arriva
quinto nel Mondiale della 50 cc su Malanca, mentre nel 1973, questa volta nella
classe 125 cc, arrivano le prime vittorie iridate sui difficili stradali di
Brno ed Imatra, entrambe colte sulla “fida” Malanca e che gli valgono il sesto
posto nella graduatoria finale; malgrado la mancanza di vittorie – gli viene
infatti sottratto a tavolino il primo posto colto al GP di Yugoslavia ad
Abbazia – il 1974 lo vede arrivare quarto nella graduatoria iridata sempre in
sella alla Malanca, complice una buona
costanza di risultati con due secondi posti (Olanda e Spagna) e tre terzi posti
(Francia, Austria e Cecoslovacchia). Sempre nel 1974 diviene Campione d’Italia
della ottavo di litro, ovviamente su Malanca. Il biennio 1975 – 1976 nasce
sotto i migliori auspici perché Otello viene ingaggiato dalla Scuderia Diemme
di Lugo di Romagna per correre il Mondiale nelle classi 250 cc e 350 cc su
Yamaha, mentre rimane l’impegno nella quarto di litro con la Casa bolognese; nella
classe 250 cc, oltre ad arrivare secondo nell’Italiano vincendo anche al
Mugello, va a podio in Svezia – secondo - in Finlandia - terzo - ed in
Cecoslovacchia, secondo, dove vince nella 350 cc, arrivando settimo nella graduatoria
finale. Sempre nel 1975, ma in 350, vince come detto a Brno ed è secondo ad
Abbazia, per lui pista “amica”. Il 1976 potrebbe essere l’anno buono per Otello
ma il fato lo attende il 16 di maggio al Mugello, durante il GP delle Nazioni,
dove durante la gara della quarto di
litro cade alla prima Arrabbiata schiantandosi contro i pali di sostegno delle
reti e trovando così la morte. In suo onore ed a sua dedica la Malanca, casa motociclistica
emiliana ormai da anni scomparsa, sul finire degli anni settanta ed all’inizio degli
anni ottanta gli intitolò il suo modello di maggiore successo, la OB “One” 125
cc, sogno degli adolescenti di allora per via delle sue prestazioni e delle
sensazioni corsaiole che sapeva regalare il suo bicilindrico in linea
fronte-marcia. Di Buscherini si ricorda la sua grande facilità di adattarsi,
senza grossi problemi, alla guida delle piccole “zanzare” di 50 cc sino alle
ben più prestanti 350 cc, passando anche
per le “macchine” da record e per derivate di serie: in pratica un pilota “a
tutto tondo” capace di ben figurare con ogni mezzo a due ruote che gli veniva
chiesto di guidare.
Nella foto di copertina Buscherini
in piega con la sua amata Malanca 125.
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