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lunedì 4 febbraio 2013

Otello Buscherini: un pilota mai dimenticato.



Otello Buscherini nasce a Forlì il 19 gennaio 1949 e perciò, se non fosse mancato così tragicamente nel maggio del ’76 al Mugello nel corso del GP delle Nazioni, avrebbe da poco compiuto sessantaquattro anni. Coevo di Bianchi e di Lega, altri due romagnoli “terribili”, dopo la consueta gavetta nelle categorie junior Otello esordisce nel Mondiale nel 1970 ma è dal 1972 in poi che la sua presenza nel Circus è assidua e costante, soprattutto nelle piccole cilindrate a lui molto care; nel 1972, complici due bei terzi posti ad Abbazia ed in Germania Est, Buscherini arriva quinto nel Mondiale della 50 cc su Malanca, mentre nel 1973, questa volta nella classe 125 cc, arrivano le prime vittorie iridate sui difficili stradali di Brno ed Imatra, entrambe colte sulla “fida” Malanca e che gli valgono il sesto posto nella graduatoria finale; malgrado la mancanza di vittorie – gli viene infatti sottratto a tavolino il primo posto colto al GP di Yugoslavia ad Abbazia – il 1974 lo vede arrivare quarto nella graduatoria iridata sempre in sella alla Malanca,  complice una buona costanza di risultati con due secondi posti (Olanda e Spagna) e tre terzi posti (Francia, Austria e Cecoslovacchia). Sempre nel 1974 diviene Campione d’Italia della ottavo di litro, ovviamente su Malanca. Il biennio 1975 – 1976 nasce sotto i migliori auspici perché Otello viene ingaggiato dalla Scuderia Diemme di Lugo di Romagna per correre il Mondiale nelle classi 250 cc e 350 cc su Yamaha, mentre rimane l’impegno nella quarto di litro con la Casa bolognese; nella classe 250 cc, oltre ad arrivare secondo nell’Italiano vincendo anche al Mugello, va a podio in Svezia – secondo - in Finlandia - terzo - ed in Cecoslovacchia, secondo, dove vince nella 350 cc, arrivando settimo nella graduatoria finale. Sempre nel 1975, ma in 350, vince come detto a Brno ed è secondo ad Abbazia, per lui pista “amica”. Il 1976 potrebbe essere l’anno buono per Otello ma il fato lo attende il 16 di maggio al Mugello, durante il GP delle Nazioni, dove durante la gara della  quarto di litro cade alla prima Arrabbiata schiantandosi contro i pali di sostegno delle reti e trovando così la morte. In suo onore ed a sua dedica la Malanca, casa motociclistica emiliana ormai da anni scomparsa, sul finire degli anni settanta ed all’inizio degli anni ottanta gli intitolò il suo modello di maggiore successo, la OB “One” 125 cc, sogno degli adolescenti di allora per via delle sue prestazioni e delle sensazioni corsaiole che sapeva regalare il suo bicilindrico in linea fronte-marcia. Di Buscherini si ricorda la sua grande facilità di adattarsi, senza grossi problemi, alla guida delle piccole “zanzare” di 50 cc   sino alle ben più prestanti 350 cc,  passando anche per le “macchine” da record e per derivate di serie: in pratica un pilota “a tutto tondo” capace di ben figurare con ogni mezzo a due ruote che gli veniva chiesto di guidare.
Nella foto di copertina Buscherini in piega con la sua amata Malanca 125.


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