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domenica 30 giugno 2013

WSBK Imola, Tom Sykes: una doppietta che sa di Mondiale.



Grande slam per l’inglese della Kawasaki che, dopo avere conquistato la Superpole abbattendo, come sovente usa fare, il record della pista,  con una perentoria doppietta si prende anche entrambe le manche di questa tappa del mondiale Superbike che si è corsa sulle rive del Santerno. Entrambe le gare non sono mai state in discussione ma, se in Gara1 il laziale Davide Giugliano, su Aprilia Althea Racing, ha tenuto a lungo la scia dell’inglese, fino a mollare poi intorno al sedicesimo passaggio ma conquistando comunque una onorevolissima piazza d’onore,  nella seconda frazione Tom ha fatto corsa in solitario, dopo che Giugliano è caduto nelle fasi iniziali quando era secondo, e con Rea che, inizialmente terzo, non è più riuscito a ricucire lo strappo. Con la doppietta di oggi Sykes si porta anche in testa alla graduatoria iridata con sei punti di vantaggio sul francese Sylvain Guintoli, quest’oggi davvero sfortunato  a causa del guasto tecnico che lo ha tolto di mezzo nella prima frazione, ma buon terzo in Gara2. Gli altri due contendenti al titolo, Laverty e Melandri, tornano da Imola molto ridimensionati: l’irlandese, terzo in Gara1, è scivolato in Gara2, mentre il ravennate è arrivato quarto in entrambe le frazioni, ma la sua BMW è sembrata davvero non all’altezza né della Kawasaki di Sykes, né delle Aprilia, ed in Gara2 Melandri ha dovuto faticare non poco a tenere dietro Davies: adesso Marco è quarto in classifica con un disavanzo di 53 punti da colmare nei confronti di Sykes e, visto come sta andando l’inglese, l’impresa sarà tutt’altro che semplice. Prove discrete per Fabrizio, quinto ed ottavo, e per Camier, settimo in entrambe le frazioni, ma la Suzuki sembra una moto in crescita. Davide Giugliano deve invece trovare un po’ di continuità, perché le sue potenzialità ed il suo talento sono enormi, ma a volte la troppa foga lo porta a sprecare occasioni enormi. Capitolo Ducati: semplicemente un disastro. Al di là delle pur deludenti classifiche, che vedono Badovini ottavo nella prima frazione e decimo nella seconda, e Checa rispettivamente undicesimo e dodicesimo, il dato che è apparso più eclatante anche visivamente è la lentezza della moto nei cambi di direzione e in accelerazione, peculiarità queste che sono sempre state il piatto forte della bicilindrica bolognese, e che invece adesso mancano completamente. E inoltre Checa è sembrato davvero molto demotivato, lontano parente del “toro” mondiale del 2011. Ultima nota per il ritorno di Haga: Nori è arrivato ultimo in entrambe le manche, complice una moto forse non del tutto a punto e che comunque non ha avuto modo di testare a dovere, ma rivederlo in pista è stato davvero bello e ha riportato indietro di qualche anno il cuore degli appassionati, quando alle gare della Superbike mondiale partecipavano griglie con 25 e più piloti. Prossima gara a fine luglio in quel di Mosca: vedremo se Sykes si riconfermerà uomo da battere anche in terra russa.
RD

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