Lo abbiamo scritto più volte così come per la Superbike nazionale che, con il cambio di regolamenti, ha visto quest'anno nuova vita con un numero di partenti spesso oltre le trenta unità. Quest'anno la SS nazionale sta vivendo probabilmente la sua peggiore stagione, con un numero di partenti che spesso non arriva a quindici piloti, e questo sicuramente non giova né allo spettacolo in pista, né allo sport. Giusto quindi che la Federazione abbia deciso di sopprimerla ed unificarla alla Stock600, che non avrà più il limite di età. I pro di questa pur dolorosa scelta figlia dei tempi attuali sono rappresentati da una griglia di partenza che sarà sicuramente sempre molto ben nutrita, dall'arrivo di alcuni piloti di esperienza che non potranno che giovare alla categoria e, naturalmente, ad una sensibile diminuzione dei costi, mentre i piloti ed i Team che non vorranno effettuare quello che potrebbe sembrare un passo indietro, ma che di fatto non lo è, potranno sempre passare alla Superbike che, con i regolamenti attuali, ha costi del tutto equiparabili a quelli di gestione delle seicento Superport. I contro riguardano invece l'abolizione di una categoria molto performante e tecnica nella formazione di un pilota anche nell'ottica del passaggio al Mondiale, ove la categoria ovviamente resterà immutata, e la conseguente impossibilità per i piloti italiani di effettuare qualche wild card nel Mondiale per mettersi alla prova a livello internazionale, ma anche l'impossibilità di chi, come Riccardo Russo, impegnato in pianta stabile nel Mondiale volesse fare una wild card nel CIV per aumentare il proprio livello di preparazione in vista di qualche imminente gara iridata, come poi accaduto lo scorso we a Imola. Ma volente o dolente la decisione sembra già essere stata presa.
RD
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