La doppia tappa
olandese del Mondiale Superbike è stata caratterizzata sia dal maltempo che
dagli imprevisti, e così Gara1 è stata interrotta al diciassettesimo passaggio
dei ventuno previsti a causa dell’olio sparso sulla pista dalla Buell di May,
mentre Gara2, dopo una prima interruzione dovuta ad un vero e proprio
nubifragio che si è abbattuto su Assen, si è corsa sulla breve distanza di
dieci giri ma con un ritardo sulla tabella di marcia prevista dall’organizzazione
di quasi due ore, alla faccia di chi a nulla interessa la contemporaneità con
il Motomondiale.
La prima
frazione, dato l’orario mattutino ed il clima invernale corsa con asfalto umido
e naturalmente abbondantemente sotto la ideale temperatura che servirebbe per
mandare in temperatura anche le gomme più molli del pianeta, ha visto svettare lo
specialista francese Sylvain Guintoli, andato subito in testa e bravo a non
perdere mai la concentrazione anche dopo il rientro di Sykes, la cui rimonta è
stata in pratica interrotta dalla bandiera rossa. Terzo, ma a quattro secondi,
l’inglese della Honda Johnny Rea, bravo a regolare il poleman Loris Baz, non
molto a suo agio tra i cordoli bagnati del tracciato olandese. A seguire un
gruppo di cinque piloti tutti contenuti in dieci secondi, con Elias quinto
davanti a Melandri, Davies, Haslam, Alex Lowes con la Suzuki e Canepa con la
Ducati Althea, primo delle EVO.
L’inizio di
Gara2 è stato la fotocopia di quello della prima frazione, se non fosse che
dopo quattro passaggi il diluvio che si stava abbattendo su Assen ha indotto
Guintoli ad alzare il braccio e a fermare di fatto la gara; tutti ai box e
ripartenza dopo un paio d’ore di attesa per una gara sprint di soli dieci giri,
vinta in scioltezza da Johnny Rea davanti ad un sorprendente Alex Lowes e ad un
ritrovato Davide Giugliano, a lungo in lotta per il podio con Marco Melandri,
con il romagnolo però solo sesto al traguardo dopo un dritto all’ultimo giro. “Solo”
quarto Tom Sykes, più che altro attento a non sdraiarsi e a incamerare punti
utili per il Campionato. Quinto un discreto Haslam, sempre in buona forma sul
bagnato, davanti per l’appunto a Melandri, Baz, Davies, Guintoli e Canepa,
ancora primo tra le EVO. Nei quindici anche Scassa, dodicesimo, e Fabrizio,
quattordicesimo.
Chi deve
recriminare è sicuramente Sylvain Guintoli che, dopo la vittoria in Gara1, sul
bagnato di Gara2 aveva sicuramente la possibilità di incamerare una bella
doppietta ma, causa una scivolata peraltro innoqua, è ripartito ultimo
riuscendo comunque nell’impresa di arrivare nono dopo una rimonta furibonda,
aiutato anche dalle tante cadute tra cui quelle di Laverty e del buon Elias,
autore di una buona prestazione globale con la “privatissima” Aprilia del Team
Red Devils.
Non male la
Bimota, con Badovini che si è ritirato in Gara1 mentre era saldamente nei
quindici, seppur virtualmente, mentre in Gara2 sarebbe arrivato dodicesimo
dietro alla wild card Bos con la terza Honda in gara.
Chi sorpende
invece è Canepa con la Ducati 1199 del Team Althea che, seppure in
configurazione EVO, va spesso a dare fastidio alle ben più prestazionali SBK
classiche: la convinzione di chi scrive è che il prossimo anno alla moto di
Borgo Panigale gioverà sicuramente il cambio di regolamento, visto che anche in
configurazione Stock – non tanto lontana dalla EVO come concetto – va molto ma
molto forte.
Nella generale
Sykes si porta a 108 punti, seguito da Guintoli a 96, Baz a 93, Rea a 89 e
Melandri quinto a 69 punti; il ravennate dell’Aprilia, forse complice il tempo
davvero uggioso molto diverso da quello primaverile della sua “Romagna solatia”,
è sembrato davvero rabbuiato e triste, mai in sintonia con la moto ma
soprattutto con le gomme, che da anni sembrano ormai il suo chiodo fisso.
Ultima nota
dolente su quelle due “motociclette” americane che di nome fanno EBR, o Buell
Racing che dir si voglia: mai tanta scarsità tecnica si è vista sulle scene di
un Campionato del Mondo, forse nemmeno all’epoca della WCM o della Blata che
correvano in MotoGp, e davvero non si comprende come questo organizzatore
spagnolo, padrone del motociclismo planetario, possa avere accettato l’iscrizione
di tali “aggeggi” davvero lontanissimi da quella che dovrebbe essere una anche
normale moto da corsa.
Prossimo
appuntamento sulle rive del Santerno per il WE del 10 – 11 maggio, tracciato
caro sia a Sykes che a Rea, ma anche ai ducatisti, sempre che Melandri non si
risvegli dal torpore vista la vicinanza di casa.
Foto copertina
dedicata a Jonny Rea, oggi Re di Assen.
RD
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