Il kartodromo thailandese intitolato alla birra locale Chang vede trionfatore il pilota della
Kawasaki Johnny Rea, vincitore di entrambe le manche, corse ambedue in testa
dal primo all’ultimo giro.
Il nordirlandese
ha convinto appieno ed ha interpretato nel migliore dei modi il circuitino
Thailandese, tutto “on-off”, costruendo due gare in fotocopia prendendo il
largo fin dal via e riuscendo a mantenere sempre il margine di sicurezza sul
secondo, in questo caso Leon Haslam in entrambe le frazioni, che ha preso ben
sei secondi e tre decimi di distacco nella prima e poco più tre secondi nella
terza, non riuscendo di fatto mai ad impensierire il pilota Kawasaki, sempre
più leader della classifica iridata.
L’altro pilota ufficiale
Kawasaki, Tom Sykes, è uscito dal GP Thailandese molto ridimensionato e, in
questo inizio di stagione, sembra un pò la “vittima” di se stesso, incapace di
adattarsi ai nuovi regolamenti e forse anche al suo nuovo compagno di squadra,
ormai pilota di punta della squadra; Tom ha agguantato una terza piazza in
Gara1, frutto più che altro della caduta di Lowes che gli era saldamente
davanti ma difesa comunque con le unghie da un arrembante Torres, mentre in
Gara2 lo stesso Jordi Torres con la seconda Aprilia ufficiale lo ha relegato
alla quinta piazza: è chiaro che Tom non è a posto perchè davvero sembra avere smarrito
lo smalto dei giorni migliori, e sicuramente l’avere in squadra uno come Rea
non lo aiuta.
Proprio Torres
può essere considerato la sorpresa in positivo di questo inizio stagione: lo
spagnolo sta imparando in fretta e si sta adattando velocemente alla maggiore
potenza ed alla gestione elettronica della Superbike rispetto alla Moto2 dalla
quale proviene: quando avrà imparato ad aumentare la sua velocità di
percorrenza in curva potrà davvero dire la sua anche per la zona podio.
L’altro inglese
Alex Lowes, in sella ad una Suzuki sicuramente non al livello di Aprilia e
Kawasaki, è stato autore di due ottime gare ma, mentre in Gara1 è rimasto
attardato da una scivolata mentre lottava per il podio – alla fine sarà
comunque buon settimo dopo una grande rimonta – in Gara2 ha mantenuto
stabilmente la terza posizione: da segnalare il suo sorpasso ai danni di Sykes
in Gara1, con una entrata davvero decisa e degna della migliore scuola
anglosassone.
Molto male la
Ducati, dove il migliore dei piloti al traguardo è stato il sempre solido Matteo
Baiocco sia in Gara1, settimo, che in Gara2, ottavo, sulla motocicletta gestita
dal Team Althea, con il pilota di punta della squadra ufficiale Chaz Davies che è
scivolato in entrambe le frazioni raggranellando rispettivamente un undicesimo
ed un quindicesimo posto, mentre l’icona Troy Bayliss ha collezionato un nono
ed un undicesimo piazzamento; l’altro ducatista Leandro Mercado – Team Barni –
ha invece inanellato due decimi posti che lo possono ritenere soddisfatto, dato
che per lui questa è la prima stagione completa in sbk.
Il “discorso”
Bayliss è davvero complesso e meriterebbe più di una considerazione; è chiaro
che tutto l’ambiente, in special modo la “tifoseria” di Borgo Panigale, vuole
bene a Troy per quello che ha fatto, per quello che ha rappresentato, ma se si
escludono aspetti puramente commerciali e di marketing non è comprensibile la
sostituzione di Giugliano con un pilota inattivo da tanti anni, quando si
poteva schierare un pilota delle qualità di Pirro, che peraltro conosce a
menadito la “Panigale” con cui ha percorso kilometri su kilometri di tests.
Ha dato invece
davvero il massimo il Campione del Mondo in carica Sylvain Guintoli in sella ad
una Honda davvero poco competitiva: il francese nella prima frazione ha
raggiunto la quinta piazza anche se a 20” dal vincitiore, mentre nella seconda,
pur se attardato da un problema alla frizione a causa del quale è stato
costretto a partire dalla pit lane, è arrivato sesto avendo ragione del suo
giovane compagno di squadra VanDeMark, ritiratosi invece in Gara1 a causa di un
problema tecnico.
Nella generale
Rea comanda con 95 punti davanti ad Haslam che ne ha 85, più staccati Sykes con
50 e Guintoli con 41: pur se dopo soli due round l’impressione è che il
prossimo Campione del Mondo parlerà lingua inglese, molto probabilmente con
forte inclinazione dell'Ulster.
Prossimo
appuntamento in Spagna ad Aragon.
RD
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