Che per Valentino Rossi fosse una impresa quasi impossibile lo si era capito sin da subito, e ancor più al
termine delle qualifiche di questo ultimo GP valenciano, con Lorenzo che ha mostrato
subito di andare fortissimo accaparrandosi l’ultima pole della stagione davanti
ai due piloti Honda.
Poi però in gara la rimonta di Rossi,
invero facilitata anche da alcuni sorpassi non proprio difficili ma comunque
sempre di lodevole impegno, ha fatto sognare i suoi tifosi quando il
pluricampione marchigiano è riuscito a raggiungere la quarta piazza, mentre
davanti Lorenzo sembrava in difficoltà a tenere dietro Marquez, con Pedrosa
terzo ma ad oltre 10”
da Rossi.
Ma sul finire della corsa, quando
Pedrosa si è portato sotto ai primi due, Marquez ha dato l’impressione di
volere quasi proteggere le spalle di Lorenzo fino alla bandiera a scacchi,
aiutandolo così a diventare Campione del Mondo per una manciata di punti
davanti a Rossi.
Il condizionale tuttavia è d’obbligo
perché, a meno di prove certe e conclamate, non si può asserire con sicurezza
che i due spagnoli abbiano congiurato contro l’italiano, come invece certa
stampa ha sbandierato ai quattro venti enunciando anche certi incontri di foggia
quasi massonica avvenuti in quel di Andorra.
Tuttavia è indubbio che, visto da
fuori, il passo di Marquez sembrava davvero superiore a quello del majorchino
che, alla fine, l’ha comunque spuntata.
Indubbiamente il comportamento di
Marquez nei confronti di Lorenzo è stato molto “morbido”, ben diverso dai
sorpassi che si sono visto durante i primi sei giri del GP malese: se davvero l’intenzione
di Marquez era quella di consegnare il Mondiale a Lorenzo, allora sì sarebbe il
caso di procedere contro di lui per comportamento antisportivo.
Dispiace per Rossi che rimane, e come
potrebbe non essere così, uno dei più grandi di sempre, ma ragionando a freddo,
ed a prescindere dalla possibile, ma non provata, combine tra i due spagnoli,
Jorge Lorenzo sul campo non ha rubato nulla: sette gare vinte, un solo ritiro a
Misano ed una superiorità a volte schiacciante da metà stagione in poi, con un
continuo recupero di punti proprio ai danni di Rossi.
Francamente, ragionando in termini di
sport, non è stata comprensibile l’uscita verbale di Rossi dopo la gara
australiana, dato che il pesarese avrebbe dovuto rammaricarsi solo del mancato
podio perso arrivando dietro a Iannone, e non dei presunti favori di Marquez a Lorenzo che, peraltro, in quella
gara arrivò secondo proprio dietro al più giovane connazionale.
Da questa gara in poi Rossi, tra una
conferenza stampa e una dichiarazione, si è buttato in una sorta di vicolo
cieco fino ai noti fatti di Sepang, con annessa penalità e conseguenze note.
E’ sembrato quasi di vedere un
tennista perdere la testa ai match point a favore e buttare a mare una finale
quasi vinta, e questo è strano per un pilota della sua classe, ma soprattutto
della sua enorme esperienza.
Anche Lorenzo, però, ha tenuto un
comportamento poco sportivo e poco signorile, tentando di inserirsi, e non si
sa a che pro, nell’arbitrato intentato da Rossi presso il CAS di Losanna, e
rilasciando poi ulteriori dichiarazioni poco edificanti.
Tuttavia, da questa storia chi ne
esce male in primis è lo sport, perché un Mondiale che si conclude tra
strascichi e polemiche non è mai cosa bella, rischiando così di mettere in
secondo piano sia Rossi che Lorenzo che, a conti fatti, in pista hanno fatto
entrambi il loro lavoro, ma soprattutto chi ne esce malissimo è la Dorna (e con
lei la sempre più assente Federazione), assolutamente incapace di gestire la
questione Lorenzo – Rossi – Marquez dall’Australia in avanti, anche nei
riguardi di certi manager e di certi giornalisti che gravitano intorno al
circus.
Sarebbe stato auspicabile che il
patron Ezpeleta, insieme ai rappresentanti della FIM, delle case ed ai piloti,
prima di Sepang, vedendo chiaramente che gli animi si stavano scaldando, avesse
indetto un briefing chiaro ed esaustivo sulle condotte sportive da tenersi in
gara ma, come solito, davanti al profitto legato al gran polverone mediatico si
è lasciato perdere, con la stalla che è stata chiusa a buoi già scappati.
E con tutto il gran casino che poi ne
è disceso.
A fine gara Rossi, comunque acclamato
da pubblico e addetti del paddock, è stato molto duro nei confronti sia di Lorenzo, sia e
soprattutto di Marquez, quest’ultimo tacciato di clientelismo nei confronti del
neo Campione del Mondo, nonostante la guida di una moto di marca diversa e per
giunta grande concorrente.
Davvero un gran peccato perché uno
dei più appassionanti Campionati del Mondo degli ultimi anni si è concluso in
modo davvero buio, con conseguenze sportive che forse si ripercuoteranno anche
sul prossimo 2016.
RD
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