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martedì 14 maggio 2013

WSBK, la crisi c’è e si vede.



Lo scrissi due anni fa per la MotoGp pre CRT e lo scrivo ora per la nostra amata Superbike mondiale: la crisi c’è, si vede e si tocca pure con mano. Complici il forfait di Checa per i problemi alla spalla e l’assenza di Clementi, a Monza i partenti erano diciotto, veramente pochi per le derivate di serie, che ci avevano abituato a tutt’altri numeri. Senza poi contare che la presenza di Mark Aitchison sulla vecchia 1098R del Team Effembert non sarà costante per tutto il campionato. Urge quindi un rimedio a breve – medio termine per riportare in alto la Superbike e non ridurla ad una serie di secondo piano, una specie di parente povero, anzi poverissimo, della GP. E soprattutto bisognerebbe fare un passo indietro per far sì che rientrino non tanto le Case con le moto ufficiali, quanto quelle strutture private che hanno fatto la Storia del Mondiale delle derivate di serie. Per fare questo occorre limitare i costi non tanto delle trasferte, quanto quelli di gestione delle moto. Ed in secondo luogo ridare smalto ad un format di gara ormai obsoleto, cercando e creando qualcosa di nuovo per rinverdire il prodotto. La limitazione dei costi in senso tecnologico potrebbe avvenire con un uso meno esasperato dell’elettronica e con una preparazione più “umana” dei motori e delle ciclistiche. Basta ricordare l’ultima Yamaha R1 portata in pista da Melandri nel 2011: più che una derivata di serie era una M1 travestita da superbike. La ricetta c’è e pesca un po’ nelBSB inglese, nella Stock Extreme del CEV ma anche dalla SBK del nostro CIV: moto più vicine alla serie con elettronica di serie, e stop. Vieterei anche le modifiche al telaio ed al forcellone, con la sola possibilità di sostituire forcella e mono posteriore. Airbox di serie con la sola possibilità di cambiarne il materiale di costruzione. Ma uguali per forma e volumetria. C’è poi il problema, non da poco, del format attuale del Mondiale: la doppia gara, anche se storica, sembra non “tirare” più: prova ne sia il calo degli ascolti televisivi malgrado la pur ottima copertura televisiva offerta dalle reti Mediaset, dove la prima frazione, quella che si corre a mezzo dì, è seguita dal solo "zoccolo duro", ma non dal grande pubblico. Molto probabilmente il ricorso ad un Campionato svolto su più tappe ma con una singola gara per ogni appuntamento, e più lunga, garantirebbe uno share televisivo più alto, e ciò si tradurrebbe in maggiori sponsor interessati al prodotto, e quindi maggiori introiti derivanti dai diritti TV. Un’altra alternativa sarebbe quella di creare eventi dedicati a seconda della pista su cui si corre, come già si era paventato lo scorso anno. Piste veloci come Monza o Imola ben si presterebbero a gare lunghe con sosta ai box obbligatoria con cambio gomme e rifornimento: in tal senso la gara di Imola potrebbe riprendere lo status di “200 Miglia” tanto caro agli appassionati. Un’altra possibilità sarebbe quella di una doppia gara con la prima frazione corta e punteggio dimezzato, ed una seconda gara più lunga con griglia di partenza determinata dall’ordine di arrivo della prima manche. Sarebbe inoltre opportuno reintrodurre il sistema degli scarti: lo scarto dei due peggiori risultati accrescerebbe la lotta per il titolo favorendo anche la costanza di rendimento. Ultimo, ma non ultimo, le piste. Un tracciato come Monza, pur se storico, è ormai obsoleto: le tribune sono vecchie e le strutture, tranne i box e la direzione gara, sono in larga parte fatiscenti, la viabilità è problematica anche all’interno dell’autodromo, per non parlare del deflusso del traffico a gara finita. Ormai lo sport motoristico moderno esige piste più contenute, dove lo spettatore possa godere della vista di lunghi tratti, stando seduto comodamente e magari con l’ausilio di maxi schermi che lo aiutino nella comprensione della gara nei punti non visibili. Dispiace ma è così: in parte vale la stessa regola in uso per gli stadi moderni, dove il “consumatore” può trovare ogni comodità e vivere appieno l’evento sportivo.
Vedremo quindi nel prossimo futuro come "mamma" Dorna intenderà proseguire nel programma Superbike.
RD

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