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domenica 15 settembre 2013

WSBK Turchia Gara1: si impone Laverty nel deserto turco.

Come da titolo, deserto turco sia sugli spalti che sul tracciato: pubblico quasi assente e solo sedici partenti in quello che probabilmente è il record negativo per questa categoria che fino a pochi anni fa ci aveva abituato a ben altri numeri, sedici partenti di cui due piloti turchi con un passo davvero imbarazzante da poco più che amatori della domenica.
Come solito scatta fortissimo dalla pole l'inglese Tom Sykes, seguito a ruota da Laverty e Guintoli e poi dalle due BMW, con Melandri quarto.
Molto bene il debuttante di lusso Toni Elias che, con l'Aprilia del Team Red Devils si attesta in sesta posizione in piena lotta con Giugliano e con Cluzel, unico pilota Suzuki in pista visto l'annunciato forfait di Camier per i postumi della violenta caduta nelle prove.
Al decimo giro il quartetto di testa - Sykes, Laverty, Guintoli e Melandri - è racchiuso in un secondo e quattro decimi, ma l'inglese della Kawasaki sembra in leggera difficoltà con le proprie gomme, e infatti al dodicesimo passaggio Laverty lo infila e se ne va.
Intanto inizia a macinare tempi da vero martello Marco Melandri che, quatto quatto, tra il quattordicesimo ed il sedicesimo giro supera sia Guintoli che Sykes, tagliand così il tragiardo al secondo posto a due secondi dal vincitore Laverty.
Terzo Tom Sykes, bravo a rispondere all'assalto finale portato da Sylvain Guintoli, arrivato a ruota dell'inglese e mai domo fino all'ultimo.
Da segnalare l'arrivo in volata di Giugliano e di Elias, rispettivamente quinto e sesto, con l'italiano autore di una manovra non proprio ortodossa ai danni dello spagnolo, bravissimo a rimanere in piedi e comunque autore di una prestazione di tutto rispetto considerando che è salito sulla quattro cilindri di Noale solo venerdì, riuscendo comunque a trovare un buon set up per una moto vhe non è delle più semplici da mettere a punto.
Non bene Chaz Davies, solo ottavo e dietro anche a Cluzel, mentre completano i primi dieci i due piloti della Honda, con Haslam nono e Fabrizio solo decimo, a confermare l'assoluta non competitività della "vecchia" CBR.
Punticini iridati anche per Sandi e Iannuzzo, undicesimo e dodicesimo rispettivamente, mentre in questa Superbike per pochi intimi prendono punti anche i due piloti turchi Uprak ed Ercelik, davvero degni di un trofeo "pane e salame".
Solito ed ennesimo disastro Ducati: assenti causa infortunio Checa e Neukirchner, al decimo giro si registra anche il ritiro di Badovini, peraltro in non perfette condizioni fisiche.
L'impressione, per lo meno da fuori, è che questa "Panigale" in configurazione SBK oltre che non essere assolutamente competitiva non perdoni nulla al pilota e che, al minimo errore, ti sbatta per terra senza pietà: interminabile l'elenco delle cadute dei suoi piloti nel corso di questa stagione. Nella generale fanno un passetto in avanti sia Laverty che Melandri, che si portano rispettivamente a 31 e 26 punti dal leader Sykes che porta a quattro i punti di vantaggio sul più diretto inseguitore Sylvain Guintoli: con sette manche ancora da disputare tutto è ancora in discussione per la lotta al Titolo.
Foto copertina dedicata al vincitore Eugene Laverty.
RD



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