Tom Sykes si porta a casa d'autorità questa prima frazione del penultimo round del Campionato del Mondo per le derivate di serie: gara mai in discussione condotta davanti dal primo al ventesimo giro dei ventitre previsti, quando la corsa è stata interrotta dalla bandiera rossa a causa della caduta di Mark Aitchison, la cui Kawasaki ha preso fuoco spargendo liquidi ovunque.
L'inglese è partito subito davanti a tutti, portandosi dietro le due Aprilia ufficiali di Guintoli e di Laverty, dopo che l'irlandese, scattato non benissimo, nel corso dei primi due passaggi si è dovuto liberare sia di Melandri che di Davies, poi caduto a causa di un errore da troppa foga, ma anche di Davide Giugliano, molto veloce nelle battute iniziale e superato nel corso del quinto passaggio.
Quindi dal sesto giro in poi le prime cinque posizioni erano cristallizzate, con Sykes davanti a Guintoli per un secondo e mezzo, seguito a sua volta da Laverty, da Giugliano e più indietro da Melandri, incapace però di tenere il ritmo dei primi, e infatti nel corso dell'ottavo giro Marco veniva quasi raggiunto dal gruppone degli inseguitori composto da Haslam e da Fabrizio, da Pirro, da Elias e dal francese Philippe con l'unica Suzuki rimasta in gara dopo la caduta di Cluzel al terzo giro.
Il gruppone degli inseguitori, dopo che Melandri si riprendeva un certo margine di sicurezza, vedeva emergere il "debuttante" Michele Pirro con la Ducati, che al dodicesimo giro si portava saldamente in sesta piazza davanti alla coppia di piloti Honda, mentre al sedicesimo giro cadeva un arrembante Toni Elias dopo un contatto con il roccioso francese Philippe, ma dietro era davvero consistente la corsa del rientrante Lorenzo Lanzi, decimo con la vecchia Ducati 1198.
Con le prime posizioni ormai definite la gara veniva quindi interrotta al ventesimo giro con Sykes davanti a Guintoli per due secondi e due e a Laverty per dieci secondi e sei, poi Giugliano, Melandri a 23 secondi e mezzo, Pirro, Fabrizio, Haslam, Badovini e Lanzi a chiudere i primi dieci.
Punti iridati anche per Sandi, dodicesimo, Lai quattordicesimo e Iannuzzo quindicesimo.
Nella generale Sykes ha portato a 29 i punti di vantaggio su Guintoli e a 32 quelli su Laverty mentre Melandri, quarto a 56 punti dalla vetta, se non matematicamente per lo meno virtualmente sembra già fuori dai giochi che contano.
A fine gara Marco ha dichiarato di avere avuto non pochi problemi nel fare girare la moto nei curvoni veloci del tracciato francese, segno di una non perfetta messa a punto che sembra davvero acuire gli effetti di questo finale di campionato davvero un pò sotto le aspettative del pilota romagnolo che, forse, sente il peso dell'imminente ritiro dalle corse della Casa bavarese che lui ha contribuito a portare così in alto.
Abbastanza remissiva è apparsa anche la coppia dei piloti Aprilia ufficiali: soprattutto da Guintoli, profondo conoscitore della pista di casa sui cui peraltro ha già vinto, ci si aspettava un guizzo d'orgoglio che invece non c'è stato dato che il distacco del francese da Sykes, sul finale, è anche aumentato.
Ora rimangono in palio settantacinque punti e sia Laverty che Guintoli, se vogliono sperare ancora di vincere il Titolo, sono condannati a vincere Gara2 che, quindi, promette spettacolo vero.
Foto copertina di repertorio dedicata al mattatore di Gara1, l'inglese della Kawasaki Tom Sykes.
RD
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