Lotta senza quartiere in casa
Kawasaki ufficiale, con un ritrovato Tom Sykes capace di imporsi di forza sul
compagno di squadra Jonathan Rea, con cui ha battagliato per gran parte dei
ventitre giri di questa gara uno, riuscendo a prendere saldamente il comando
della tenzone a soli cinque giri dal termine, dopo una serie di sorpassi
veramente al limite che si sono concretizzati anche in un paio di contatti, in
puro stile “british superbike”.
Ma del resto il dna delle gare per
derivate di serie ha la sua progenie proprio da quelle parti, e per questo tipo
di piloti anglosassoni, e meno male che ce ne sono ancora, questi duelli ruvidi
sono ancora nella normalità, a buona pace di certa stampa, anche televisiva,
che invece ci vorrebbe vedere del marcio, della accidia, mentre al contrario le
parole di Rea all’arrivo sono state davvero chiare e della serie: “contact? Wich contact? These are
the races!”.
Questo la dice lunga sul carattere di
questi combattenti d’olte manica.
E’ indubbio che Sykes aveva comunque un
passo gara superiore a quello del pilota dell’Ulster, che saggiamente, dopo
avere provato a resistergli, lo ha lasciato andare arrivando comunque secondo e
mantenendo un sempre enorme vantaggio di 107 punti nella classifica generale.
Terzo un combattivo Chaz Davies,
bravo a sbarazzarsi di Leon Haslam, quarto al traguardo ma verosimilmente
menonomato dai postumi della caduta di Imola che gli è costata la rottura di
tre costole.
Chiudono la top ten Ayrton Badovini,
quinto dopo una gran rimonta, Lowes con la Suzuki, poi Torres, Guintoli, Camier
e Salom con la Kawasaki del Team Pedercini, che ha stretto i denti fino alla
fine, anche lui reduce dei postumi del crash di Imola.
Male Davide Giugliano, che si è
dovuto fermare per problemi alla gomma posteriore, così come il giovane VdMark, autore di una caduta e poi squalificato con bandiera nera dopo che aveva ripreso irregolarmente la pista al termine di una riparazione al box.
RD
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